martedì 24 gennaio 2012

Ma guarda: in 'sti giorni sono di post un pò lunghi.

IL MAGO DI OZ di L.F.Baum












Quando ero piccola (ma a dire il vero neanche troppo) c'è stato un momento in cui volevo a tutti i costi che mi chiamassero Dorothy perchè mia nonna aveva trovato nella sua cantina questo libro e me lo aveva dato da leggere.

In realtà è un libro che qui in Italia non è molto conosciuto, anzi quando l'ho avuto io ero l'unica bambina che lo conosceva.

Ma la mia è stata una nonna un pò strana, antesignana, lei nata all'inizio degli anni '20, dell'emancipazione femminile e del bello della vita negli anni '40.

Si era innamorata follemente di mio nonno, che però era sposato, e lui di lei.

Però il divorzio non esisteva ancora.

Ma lei non si lasciò scoraggiare e decise lo stesso di andare a vivere con lui e di costruire la sua famiglia, come la voleva lei.

Le difficoltà sono state molte, soprattutto quando è nata mia madre che non ha potuto essere legittimata.

E poi quando mio nonno è morto l'anno prima che il divorzio fosse reso leggittimo: è rimasta senza pensione, senza "eredità", senza nulla.

Ma non si è minimamente lasciata andare.

Io la ricordo solare, piena di energia, divertente e giramondo.

Ricordo le storie dei suoi viaggi, fatti con la mitica Contessa e con la Richetta: dei suoi racconti di Madrid e di Taormina, di Parigi, di Amsterdam (dove secondo me è anche andata in un coffee shop!!) che alle mie orecchie di bambina, ascoltate davanti ad una tazza di cioccolata calda, sembravano quasi favole.

Ma anche dei racconti di lei bambina, a caccia di rane nel beo (=fiumiciattolo in genovese) sotto casa o di quando, peggio dei maschi, andava a cacciare con la cerbottana.

O dei racconti della guerra, dei suoi fratelli, dei razionamenti, dei partigiani.

E ricordo di quando nel periodo dell'adoloscenza, mi fece sedere imbarazzatissima (IO) e mi disse che se volevo avere un ragazzo e dei rapporti dovevo imporre ed impormi il preservativo (nessun problema in tal senso: ci sono arrivata tardi a quel genere di cose!) ma non la pillola "che ti vegni grassa!".

E così insieme a Dorothy, Toto, lo Spaventapasseri, il boscaiolo di latta, il Leone codardo e soprattutto le mitiche scarpette magiche d'argento, mi sono tornate in mente tutte queste cose quando ho ritrovato in libreria la nuova edizione di questa bella storia americana e subito l'ho comprato.

E quando lo darò alla Biba, le racconterò della sua nonna-bis, del bene che le ho voluto e del dolore immenso che ho provato quando è mancata 2 anni fa, ma che sono riuscita a contenere pensando a tutto l'amore che mi ha dato ed ai doni che mi ha fatto con i suoi racconti e le sue storie.

Ciao nonna, ecco una dedica per te.

"Quello che facciamo per noi stessi muore con noi, quello che facciamo per gli altri e per il mondo rimane ed è immortale" A.Pine

2 commenti:

  1. Scusa, ma il racconto della vita di tua nonna è mille volte più interessante del "Mago di Oz"! Ti prego, raccontaci altro di lei. Per esempio: come era fisicamente? e come ha sedotto il nonno? Ok, son domande da Harmony, ma che vuoi farci, mi hai incuriosito troppo. - Graziana

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  2. Ah, sai che non saprei che dirti dell'aspetto di mia nonna? Nel senso che "non l'ho mai guardata" dal punto di vista fisico (era piccola e un pò rotondetta, questo sì), non saprei dire se era bella o no da questo punto di vista.
    Posso dirti però che aveva un carattere mooolto deciso e soprattutto molto diretto, non ha mai conosciuto il "fare i complimenti" andava dritta al punto.
    Forse è stato proprio per questo che mio nonno ha lasciato tutto per lei (ma non lo so x certo,perchè non l'ho conosciuto, è morto prima che nascessi): il fatto che in un periodo in cui vigevano le buone maniera e la forma (che nonna chiamava senza mezzi termini ipocrisia) lei fosse così vera, l'avrà senz'altro colpito!
    E poi era troppo divertente...

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